Ad un mese dalla scomparsa dell'amico Virgilio Zecchini vogliamo ricordarlo con un passaggio significativo sulla Val Rosandra, 'LA VALLE' come la chiamava, pubblicato sul libro 'Carso di Corsa' (ed. Transalpina):
“Beh devo dire che la mia seconda casa è proprio la Valle; anche se ho più rocciato che corso, ma la Valle è la Valle. Penso che la mia prima volta risale al 1954; andavo per grotte, il mio primo amore; poi ovviamente sono arrivate le pareti, l’alpinismo, la roccia ed infine la corsa. Forse però correndo è consigliabile fermarsi e guardare la Valle, chiudere gli occhi e respirare emozioni. Nel 1968 fondai il Gruppo Amici della Val Rosandra; ero stato allontanato ingiustamente dal CAI (anni dopo vinse la causa, ma diede direttamente le dimissioni, n.d.a.); ero stato per anni il capo del Soccorso Alpino. Mi avvicinai alla corsa grazie all’amico Alfonso Tommasi; fui il primo a proporre la preparazione atletica ai rocciatori; stare per ore in parete richiede un fiato che solo la corsa ti può dare. Ho ricevuto molto dalla Valle, ma penso di aver dato tanto. Nel 1974 organizzai al rifugio Premuda la ‘Tegolata’, una manifestazione benefica: gli ospiti potevano comprare delle tegole, noi le portavamo alla chiesetta di S.Maria in Siaris per rifare il tetto e poi concerti e mostre. Anni dopo assieme a Edi Canu feci la Petizione per la Salvaguardia del patrimonio naturalistico, facendo poi chiudere e bonificare ben tre discariche a cielo aperto. Organizzai anche il recupero del rottame dell’auto che fecero precipitare in valle durante le riprese del film ‘Senilità’ e provocatoriamente lo lasciai davanti al rifugio in esposizione come ‘Monumento all’Inquinatore’. Va comunque considerato che la Valle è poco frequentata dalla popolazione locale, sono i triestini i veri amanti della Valle. E’ anche vero che una volta ci stavamo più tempo, ma i ritmi di vita erano più lenti; nel ‘prà dei cannibali’, vicino alla fonte Oppia, bivaccavamo per giorni, adesso c’è un bosco impenetrabile al posto del prato. Il miglior ambiente naturale per correre è la Valle, anche perchè noi triestini soffriamo le corse in linea, quelle in pianura. Abbiamo il Carso dove 100 metri sono sempre diversi dai successivi. Avendo fatto tanto proselitismo per la conoscenza e difesa del nostro patrimonio carsico, mi fa piacere adesso vedere tanta gente che corre sui sentieri, un po’ meno i cosiddetti trascinati, coloro che lo fanno solo per far piacere a qualcuno o alla morosa. Va anche detto che 30 anni fa i lavori erano più pesanti ed impegnavano più tempo, così non c’era la forza ed il bisogno di andare a correre. Adesso c’è la moda di far fatica, mah!!!”
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