Carso - Capraia... un nuovo contatto
Allenarsi, il Kokos che ti porta fuori dall'inverno facendoti affrontare tutti i tipi di tempo, una meta primaverile: il wild trail di Capraia, 20 km su 800 m positivi di dislivello... km 9: l'unico controllo di passaggio, una delle rarissime presenze umane sul percorso composto da un continuo, molto tecnico saliscendi, con tracce a volte impossibili, con orientamenti al limite causa la fitta macchia mediterranea: "Dai che ora inizia la salita...!" Carino lui, ma non sa che a noi triestini poco ci scalfigge questa battuta, il nostro Carso ci ha allattato con i suoi saliscendi, ci ha allevato con i suoi cocuzzoli. Certo che dura era, ma con un ritmo costante, quello di inizio gara, senza ansia di prestazione ma con la sola voglia di arrivare meglio possibile al traguardo ho affrontato tutte le difficoltà... era come correre in una serra fiorita, costantemente piena di asfodeli che ti marcavano il cammino, avvolti nei profumi intensi del rosmarino selvatico e della ginestra, della menta e del timo calpestati. Il terreno vulcanico era molto nervoso, pieno di salti e di rocce, di massi di varie dimensioni, il sentiero a volte uno stretto sterrato molto insidioso per il suo fondo estremamente irregolare. Ma tutto questo in un panorama mozzafiato, con rocce a picco sul mare formanti piccole insenature da urlo, con un sole non più tanto gentile ma mitigato da versanti in brezza; ma tutto questo, soprattutto, con una meravigliosa compagna di gara, Lorenza, sempre pronta a sostenermi, sia in posizione di spinta che trainante: frasi, imprecazioni, esclamazioni esplosive, momenti di calo, rifornimenti incitati a vicenda sono stati un cocktail vincente per vivere con goduria, astuzia e attenzione una prova massacrante, dove il rifornimento era assolutamente autogestito... Lo sprone di acchiappare concorrenti per strada era straordinario, lasciarceli dietro alle spalle una delizia per lo spirito. Verso la fine del percorso aspettavamo con costanza l'inizio del discesone finale che ci avrebbe riportate al porto, zona da dove eravamo partite circa tre ore prima. La sento pimpante e vedendo un lungo mezzopiano, infinito per le mie forze oramai verso la riserva, la sprono ad andare, a mollarmi per rincorrere il primo dei nostri compagni di squadra, incredibilmente raggiunto prima del traguardo. E lei va e io gioisco perchè è giusto così. Finito lo stradone traditore, inizia la discesa aperta sul porto ma purtroppo al secondo tornante plano a pelle di leone per essere inciampata su di un masso della pavimentazione irregolarissima della carrareccia molto più affiorante degli altri...Porca paletta che botta sul muscolo tibiale, però mi rialzo veloce con una voce straniera ma amica alle mie spalle che si informa di me e che molto sportivamente, vedendo la mia sofferenza e la mia determinazione, mi porta, chiacchierandomi di tutto, fino al traguardo... un angelo della Versilia passato di là per caso che tentava di sviare la sensazione di rigido dolore...finalmente oltrepasso il gonfiabile dello sponsor, la mia gamba è in fiamme ma vivo una felicità interiore che da tempo non provavo... il cronometro segna 3.20... una bella sfida con il mio fisico, con la mia psiche, con la mia carta di identità... Grazie Kokos, se non ci fossi stato tu, non ce l'avrei fatta! (La pres.)
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