100 x a Bottazzo

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Foto by Roberto Furlan

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Gigante, grotta dei ricordi e delle speranze future


Neve venerdì, sole sabato… e domenica? Non c’è problema, la gara in Grotta Gigante non teme più di tanto il tempo. 800 metri di campestre esterna però sono un impiastro: chi sgambetta bene sul falso piano vola, chi arranca si impantana. Il cielo è grigio, lo spazio antistante l’ingresso della grotta è un fermento ovattato in armonia con la volta celeste. Gente che si riscalda facendo attenzione ai tratti ghiacciati insidiosi sull’asfalto. Nel gazebo gli aromi del te si confondono con quelli del vin broulè… Nei vapori alcolici che salgono nell’aria ritornano i ricordi delle prime edizioni della cronotraversata del Maestro, gara unica in Italia che trova la paternità negli anni d’oro della prima dirigenza del CaiCim della Sag di Trieste. Io li ricordo da figura marginale, una delle tante silenziose formichine che in genere non emergono mai alla luce, ma che impiantano un tassello organizzativo che rende la festa finale completa. Le serate nel soggiorno di casa, ritmi serrati riscaldati dalla fiamma del caminetto, nel preparare i pettorali, i premi, gli elenchi per le iscrizioni… più di 500 in una mitica edizione. Di più non si poteva, non perché non c’era spazio per correre, la Gigante può contenere nel suo interno la cupola della basilica di S. Pietro, ma perché la gara non poteva durare all’infinito… la partenza individuale scandagliata da 30 secondi di differenza, per evitare ammassamenti pericolosi, è una strategia indispensabile…mentre la mente spazia nei meandri del passato, il tempo passa, il cielo si fa sempre più minaccioso, sugli ultimi corridori i primi fiocchi di neve che ricominciano a riempire l’aria. Questa edizione sarà ricordata soprattutto per la velocità con cui le teste di serie si sono spinte sui 500 gradini della risalita (8:29.5!!! totali per il vincitore) ma anche per lo spiraglio aperto dalle future leve (annate ‘90 e ‘95) che, conquistando con 10: 22 e 10:25 la 21 e 22 posizione, fanno ben sentire il loro fiato sulla schiena dei grandi… Grande la grotta, sempre magica, sempre emozionante correrci da luce a luce, passando per la pancia di questo "gigante" fenomeno ipogeo carsico…

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