100 x a Bottazzo

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Foto by Roberto Furlan

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Dopo 20 anni confine aperto fra Slovenia e Croazia






Parlare di confini può sembrare un po’ una nostra fissa ma questa volta l’avvenimento è stato davvero importante… mi ricordo di quando ero piccola e i miei genitori parlavano con uno zio paterno dei dintorni di Vodice, paesino della Croazia istriana dove sono nati i miei nonni, una meravigliosa e selvaggia terra che porta il nome di Cicerija-Cicarija, divisa da 20, tristi anni in due parti, slovena e croata, da un odioso confine di stato. Un confine che ha sbarrato la strada dapprima a tutte le entrate naturali di un’ area, dove l’uomo a volte si sente ancora una minuscola pagliuzza di fronte alla potenza della natura, dove il rischio di perdersi nei boschi è una probabilità non poi così impossibile. Poi han capito che almeno un’entrata dalla Slovenia doveva esserci, che era assurdo dover andare quasi fino a Rjeka (Fiume) per trovare la prima strada possibile per arrivarvici. E così han riaperto l’accesso attraverso la slovena Podgorje e la minuscola, croata Jelovice. Alcuni chilometri più avanti la nostra Vodice, dove il tempo finalmente sta lentamente riprendendo coscienza di sé. Un ricordo nitido della mia infanzia è la festa paesana per l’arrivo della corrente elettrica nelle case: primi anni Settanta del mitico Novecento… si è brindato e ballato, accompagnati dal canto della fisarmonica, fino a notte fonda, illuminati a giorno nella scuola del paese, mentre i lupi nei boschi circostanti lanciavano lontano i loro ululati… un paese distrutto dalle fiamme dei nazisti, macerie che ancora oggi feriscono l’animo… Ma tanta gioia stonava con il degrado in cui il paese era caduto, i pochi abitanti già allora sentivano il vuoto, l’abbandono impadronirsi di loro, acuito in modo violento nel 1991 quando la Jugoslavija crollò e a denti stretti si formarono le varie suddivisioni statali… Ma il vento della speranza non è morto, quella strada, tanto ricordata nei racconti dei miei parenti, protagonista delle avventure ciclistiche giovanili di Alce a cavallo delle prime MTB in assoluto, è tornata all’antico ruolo: da Golac, in Slovenija, attraversa la Velika vrata, si spinge veloce nel vallone alle spalle di Vodice, regalando panorami che purificano l’animo. Ecco il 10 settembre io eAlce eravamo lì, a rivivere la speranza che un altro confine possa ritornare ad essere un souvenir per i posteri, a brindare ancora una volta ma ora con una sensazione diversa da quei vecchi che hanno finalmente visto la luce nelle loro case, con la precisa percezione cioè che tra non molto anche quella sbarra e quel cartello di stop saranno solo un ricordo e che i ricordi potranno rifluire di nuovo senza confini.

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